mercoledì 30 gennaio 2008

NOVITA'

Vi aspetto tutti nel mio angolo my space. Questo è l'indirizzo:

http://www.myspace.com/bozzissimo

domenica 6 gennaio 2008

2008




"[...]Era un film sui bombardieri americani durante la Seconda guerra mondiale e sui loro coraggiosi equipaggi. Vista a rovescio da Billy, la storia era questa: Gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo d'aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici d'acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi di acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutti e tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri d'acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, a separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più fare male a nessuno."

Mattatoio n.5, Kurt Vonnegut.

Buon Anno a Tutti!

mercoledì 26 dicembre 2007

martedì 6 novembre 2007

venerdì 26 ottobre 2007

OGGI ESCE PES 7. E BASTA.

giovedì 25 ottobre 2007

SONO UNA MINORANZA ETNICA

Oggi mi sono svegliato tardi. Mi lavo e faccio colazione. Esco in tutta fretta. Poco prima mi ero affacciato dalla finestra del salotto e il cielo sembrava sereno. In fondo all'ascensore, fuori dal portone del palazzo, non era più così. Allora risalgo e prendo l'ombrello - e perdo altro tempo. Esco di nuovo e mi avvio a passo spedito verso la fermata del tram. Infilo la mano nella tasca dei jeans e mi rendo conto di non avere più biglietti. Attraverso in tutta fretta la strada e raggiungo l'edicola. Lì i biglietti ce li ha sempre. Lì, stamattina, niente biglietti. Va bene, mi dico. Sei in ritardo e tra poco piove, che ti frega del biglietto, il controllore non passa mai e comunque ti metti in fondo, magari resti in piedi pronto a saltare giù. Certo, faccio così. Non ho alternative. Non voglio alternative. Arriva il 14 e vado. A circa 5/6 fermate da Termini c'è la fermata di Porta Maggiore. Qui c'è la rimessa dei tram e tutti gli uffici del personale addetto. Qui la presenza di controllori è possibile. E infatti eccoli. Stamattina non ho il biglietto ed eccoli naturalmente. La cosa divertente è che non sono uno o due, ma almeno una decina. Una specie di gita scolastica dei controllori che in fila indiana si apprestano a salire sul mio mezzo. Per la precisione, dal fondo del mio mezzo, dove appunto sono io. Allora che faccio? Ovviamente scendo, con noncuranza infilo gli scalini mentre loro diligentemente li salgono. Li incrocio. Ma non sono l'unico ad optare per il marciapiede: il cinese al mio fianco e i due zingari che avevo davanti sono nella mia stessa situazione, non hanno biglietto e naturalmente scendono con me. Uno dei controllori (presumibilmente il terzo della fila) comincia a parlare ad alta voce, a contarci: "Eccoli guardate: uno (il cinese), due (la ragazza zingara), tre (il ragazzo zingaro) e quattro (io)...meglio così, c'è più posto per noi". Io infilo le mani in tasca e vedo il tram ripartire. Poi guardo quei tre e mi sento emigrante.

venerdì 19 ottobre 2007

ANNI SETTANTA PER MODO DI DIRE



Ci sono groupie e groupie. Ho questo libro tra le mani (le bozze di questo libro) di Pamela Des Barres e pian piano scopro questo mondo assurdo che per almeno due decenni ha riempito i backstage dei concerti delle band di tutto il mondo. Leggo Di Jimmy Page e Robert Plant, di Clapton e Bowie, di Iggy Pop e dei Guns. E di tutte quelle ragazzine di neppure sedici anni che fuggivano di casa per far la posta alle rockstar fuori dall'albergo, che si infilavano negli ascensori per andare a bussare alla porta di qualche cantante, che facevano a cazzotti per stare in prima fila. E che trombavano col dio-del-rock di turno. Che trombavano o facevano pompini, per l'esattezza. Perchè sembra che una cosa escludesse l'altra, che ci fossero proprio due diverse scuole di pensiero. Ragazzine che si calavano qualsiasi acido, che ci davano giù di coca, che, come Cynthia Plaster Caster, facevano calchi di cazzi e palle famosi...(provate a visitare il suo sito www.cynthiaplastercaster.com). Un delirio, una follia. In fondo si tratta degli anni Settanta, dei giorni in cui i nostri babbi e le nostre mamme si conoscevano, o conoscevano qualcun altro, in balera o sulla rotonda sul mare più vicina. Ballavano, loro, sulle note scatenate di Celentano, dei Dik Dik, dei Camaleonti, si emozionavano per le rime struggenti di Baglioni e Battisti. E forse si facevano qualche spinello. Difficile immaginare Gianni Morandi che si porta una squinzia in camerino e si chiude con lei in bagno: al massimo avrebbe potuto offrirle un bicchiere di latte al bar dello sport più vicino. Certo, Mal con quegli occhioni blu si sarà tolto qualche soddisfazione, e senza dubbio il vecchio Claudio avrà rimorchiato sulla sua Camilla ben più di qualche inglesina suscettibile. Per non parlare di Amedeo Minghi, con quel codino viscido, o Califano. Ecco Califano, sì. Si faceva, trombava, senza ritegno. Ma era uno, faceva parte di una minoranza. E infatti è l'unico cantante ultrasessantenne che non fa che cadere continuamente senza motivo, mentre l'amico Jagger continua a sbattersi sul palco. Questione di stile... Insomma, il nostro era un mondo molto diverso. I Rolling Stones riempivano le arene mentre Don Bachy si spretava per amore della musica.

Ho bisogno di vederti di persona perchè non sto mai così bene come quando ci sei tu. Io riesco a vedere me stesso quando mi guardi.

Russell Hammond a
Penny Lane in QUASI FAMOSI